Artista tradizionale di matrice illustrativa, Apolo Torres sembra prestato alla street art, alla quale si dedica soltanto dopo lunghe riflessioni svolte in studio, lavorando alle sue tele. Ironico caricaturista, costruisce personaggi che sembrano prendere vita sui muri sparsi in giro per il mondo. I suoi lavori riflettono un approccio meditativo, ironico e quasi onirico.
Abbiamo seguito questo ventinovenne artista brasiliano sin dal suo arrivo nel Bel Paese, vi abbiamo raccontato la sua prima personale europea Emergere curata da Davide Rossillo e i suoi primi muri italiani per Memorie Urbane. Ora vogliamo proporvi questa intervista, e tra una domanda e l’altra, con la speranza di rivedere presto qualche suo lavoro in giro per l’Europa, gustatevi qualche foto e un breve video del making-off del suo muro di Arce.
Come è nata in te la passione per l’arte e come hai deciso di lavorare in strada?
Il disegno, la pittura, la musica, la poesia sono sempre state le mie più grandi passioni sin dalla più giovane età. Nel mio quartiere c’erano alcuni writers, non famosi, ma che per me sono stati impostanti; ho davvero ammirato il loro lavoro e quando dipingevano mi sedevo a guardarli per tutto il tempo. Poi a poco a poco il mio interesse è cominciato a crescere e ho iniziato a mettermi alla prova.
Quanto la tua città ha influenzato il tuo lavoro e quanto sei soddisfatto del suo movimento culturale?
La mia città è certamente ha avuto su di me la più grande influenza, ma solo perché è la città in cui sono nato e cresciuto. Se fossi nato a Roma, lo sarebbe stata quest’ultima.
Ad essere sincero mi piace molto catturare le cose che sono intorno a me; quando vado in un posto nuovo mi piace capire come le persone ci vivono, cosa fanno, osservare l’architettura, il modo di vestire, la musica che ascoltano…forse la mia più grande fonte di ispirazione in questo senso è la gente, non la città stessa.
Per quanto riguarda il movimento culturale, credo sia la cosa migliore che San Paolo ha da offrire. La città ha molti problemi e può essere soffocante, se non fosse per tutta l’arte e la cultura San Paolo crollerebbe di sicuro.
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